Collirio
Colliri per l'igiene e il trattamento dell'occhio: soluzioni e gel per lubrificare, ridurre arrossamento, alleviare allergie o trattare infezioni e infiammazioni. Comprendono lacrime artificiali, antistaminici, antibiotici topici e farmaci per il glaucoma, con uso oftalmico.
Il termine "collirio" indica un insieme di preparati oftalmici liquidi o semisolidi pensati per l'applicazione diretta sulla superficie oculare o nella congiuntiva. Si tratta di soluzioni, sospensioni e pomate che contengono principi attivi con scopi diversi, eccipienti per stabilizzare la formulazione e talvolta conservanti. Alcuni prodotti sono monodose, altri in flaconi multidose; possono avere dosatori o applicatori dedicati per facilitare l'uso e ridurre il rischio di contaminazione.
Questi prodotti vengono impiegati per problemi molto comuni come lacrimazione insufficiente e secchezza oculare, reazioni allergiche, infiammazioni superficiali, infezioni batteriche locali, e per il controllo della pressione intraoculare in condizioni come il glaucoma. Altri colliri sono utilizzati per dilatare la pupilla in visite o procedure diagnostiche oppure per ottenere una paralisi temporanea della accomodazione. L’impiego varia a seconda del principio attivo e dell’indicazione clinica.
Tra i tipi di farmaci presenti in questa categoria si trovano lubrificanti e sostituti delle lacrime, anti‑infiammatori non steroidei e corticosteroidi per uso topico, antibiotici o associazioni antibiotico‑steroidee in alcune formulazioni, agenti midriatici e cicloplegici, oltre a farmaci per ridurre la pressione oculare come analoghi delle prostaglandine e beta‑bloccanti. Per esempio, alla classe degli analoghi delle prostaglandine appartengono molecole come il bimatoprost e il latanoprost, mentre timololo rappresenta un esempio di beta‑bloccante oftalmico; sono inoltre disponibili prodotti con applicatori monouso e formulazioni con percentuali specifiche del principio attivo.
La sicurezza d'uso richiede attenzione a regole igieniche semplici: evitare di toccare l'occhio con il beccuccio del flacone, rispettare la data di scadenza e le indicazioni relative alla conservazione, non usare preparati destinati ad altri senza controllo medico e osservare eventuali reazioni locali come arrossamento, bruciore o visione offuscata. Alcuni colliri possono avere effetti sistemici minimi o interferire con altre terapie: per questo motivo molte preparazioni sono soggette a prescrizione e il loro impiego dovrebbe essere concordato con un professionista sanitario.
Quando si sceglie un collirio, gli utenti generalmente valutano l'indicazione terapeutica, la presenza o meno di conservanti (importante per chi usa spesso il prodotto), la concentrazione del principio attivo e la modalità di somministrazione (monodose rispetto a flacone multidose, presenza di applicatori). Anche preferenze pratiche come la viscosità del prodotto (soluzione vs pomata) e la compatibilità con l'uso di lenti a contatto possono orientare la scelta.
Altre considerazioni pratiche riguardano la disponibilità di formulazioni specifiche per età diverse, l'eventuale necessità di farmaci associati per patologie oculari complesse e la presenza di istruzioni per l'uso chiare sull'etichetta. Molti prodotti citati in ambito oftalmico sono stati sviluppati per indicazioni precise e possono essere forniti con accessori come applicatori sterili: per decisioni mirate è opportuno fare riferimento al parere di un medico o di un farmacista, che può indicare quale preparato sia più adatto in base alla situazione clinica individuale.